Si accorgono adesso che manca l'acqua nelle dighe della Basilicata. Adesso dicono che bisogna risparmiarla! Adesso che non c'è ne più dicono che non bisogna usarla! hanno lasciato che seminassero campi di mais dove per secoli cresceva solo il grano. Hanno piantato peschi dove crescevano solo ulivi. Hanno riempito piscine, hanno raffreddato combustioni, hanno lavato auto, hanno rinfrescato angurie e meloni. Adesso, che non c'è ne più, ti dicono che bisogna limitare il consuno.
ADESSO CHE NON C'E' NE' PIU'!!!!
Leggete il mio QUELL'ANNO MORIMMO TUTTI DI SETE
Uno dei più grandi fallimenti della politica ambientale e conservazionista italiana
giovedì 30 ottobre 2008
domenica 26 ottobre 2008
ENEL E LEGAMBIENTE BIOUGUALI O BIODIVERSI
Non è la prima volta che la Legambiente scivola... Diceva l'alchimista Paracelso "è la dose che fa il veleno". Ma evidentemente la Legambiente, ormai infiltrata di politici, di questi ultimi ha gli stessi difetti: tanti slogan, poca conoscenza.
ENEL E LEGAMBIENTE. UNA DISCUTIBILE BIODIVERSITA’
ENEL E LEGAMBIENTE. UNA DISCUTIBILE BIODIVERSITA’
mercoledì 3 settembre 2008
Il fuoco dell'imbecille
La notte del 15 Agosto qualcuno ha pensato bene di accendersi un fuoco nel GIARDINO DEGLI DEI, tra le radici di Pini Loricati millenari, usando pezzi di legno di Pino Loricato che da mille anni aspettavano proprio questo "escursionista ferragostano" per essere bruciati. Le radici dei pini, gigantesche, come un intreccio coprono il terreno, facilmente infiammabili possono andare in combustione lenta risalendo fino al tronco. Le stesse faville del fuoco possono danneggiare le foglie o dare via ad una combustione.
Come se non bastasse, la firma del Maiale, i suoi fazzolettini di carta trattenuti dalle pietre.
Così un albero nato nel X sec. ha rischiato di prendere fuoco a causa di un imbecille nato nel XX Sec. membro della razza "Homo sapiens sapiens", salito fin lassù a piedi per godere di qualcosa di cui non ne capisce il valore e la delicatezza.
Ma non è tutta colpa sua, lo sanno tutti che la "madre degli imbecilli è sempre incinta", per cui forse qualcuno che sta lì a vigilare e prevenire sarebbe stato un buon deterrente.
AGGIORNAMENTO DEL 7 OTTOBRE 2008
I focolari da me trovati in questa stagione adesso sono 3.
FOTO DEL 16 AGOSTO 2008
VIDEO 2007
Come se non bastasse, la firma del Maiale, i suoi fazzolettini di carta trattenuti dalle pietre.
Così un albero nato nel X sec. ha rischiato di prendere fuoco a causa di un imbecille nato nel XX Sec. membro della razza "Homo sapiens sapiens", salito fin lassù a piedi per godere di qualcosa di cui non ne capisce il valore e la delicatezza.
Ma non è tutta colpa sua, lo sanno tutti che la "madre degli imbecilli è sempre incinta", per cui forse qualcuno che sta lì a vigilare e prevenire sarebbe stato un buon deterrente.
AGGIORNAMENTO DEL 7 OTTOBRE 2008
I focolari da me trovati in questa stagione adesso sono 3.
FOTO DEL 16 AGOSTO 2008
VIDEO 2007
sabato 16 agosto 2008
Il fuoco dell'imbecille a Serra di Crispo
Al Giardino degli Dei, un imbecille ha pensato bene di accendere un fuoco per scaldarsi la notte, sulle radici dei Pini Loricati, usando pezzi di legno di Pino Loricato.
Un oltraggio nella indifferenza delle autorità. E' una fortuna che il fuoco non si sia diffuso, ma gli effetti, speriamo di no, li vedremo l'anno prossimo.
lasciate i vostri commenti
Scattata il 16 agosto 2008 da un amica
domenica 27 luglio 2008
Sono incazzato nero! Vi odio tutti!
Oggi sono incazzato nero. Ne ho per tutti, ma adesso non ho voglia di sputare veleno addosso a questi imbecilli che ci governano dal Comune fino alla Presidenza del Consiglio attuali e precedenti e a questo punto anche futuri.
Posso solo dirvi che nonostante loro sono ancora vivo e sono vive le persone che accompagnavo in Montagna. Forse mi ammalerò e forse si ammaleranno, spero di no.
Ma adesso sono stanco ed ho voglia di riposare... che vadano al diavolo, che muoiano sotto i ferri dei medici incapaci che hanno raccomandato, che si becchino il colesterolo dal pane che hanno mangiato a tradimento, che sbattano contro i muri di cemento delle opere inutili che hanno costruito.
Posso solo dirvi che nonostante loro sono ancora vivo e sono vive le persone che accompagnavo in Montagna. Forse mi ammalerò e forse si ammaleranno, spero di no.
Ma adesso sono stanco ed ho voglia di riposare... che vadano al diavolo, che muoiano sotto i ferri dei medici incapaci che hanno raccomandato, che si becchino il colesterolo dal pane che hanno mangiato a tradimento, che sbattano contro i muri di cemento delle opere inutili che hanno costruito.
Sono stanco!
Le falesie del Devon |
Dalla Repubblica
Tenta il suicidio a 103 anni "Volevo morire, mi sono stufato"
FIRENZE - Ha vissuto due guerre, non ha più accanto gran parte delle persone a cui voleva bene, ha lavorato a lungo e ha le mani callose perché adesso vive a Firenze ma in passato ha fatto il contadino in Basilicata, a San Fele, in provincia di Potenza. In vecchiaia, s'è rotto le scatole e ha deciso di farla finita. A 103 anni. E s'è buttato nell'Arno. Niente da fare, l'hano salvato. Gli tocca andare avanti.
Ha tentato il suicidio nella tarda mattinata di un sabato di mezza estate. Ha preso l'autobus, è arrivato nel luogo prescelto, e si è gettato in acqua all'altezza della passerella dell'Isolotto alle Cascine. Però, proprio in quel momento, passavano di lì due poliziotti a cavallo, in servizio di controllo nello storico parco cittadino. L'hanno visto, hanno lasciato i cavalli sull'argine e si sono lanciati in acqua. Dal loro punto di vista, non potevano fare altrimenti. Sono riusciti a raggiungere l'uomo, e l'hanno trascinato a riva.
Lui, il suicida mancato, ha fatto quel che ha fatto perché convinto di volerlo fare. Non è stato né un incidente né un raptus di demenza senile. E' lucidissimo, e l'ha ammesso: "Sì, è vero, mi sono buttato in Arno perché volevo morire. Non voglio più campare, sono stufo". Ai soccorritori, e ai molti curiosi accorsi durante il salvataggio, ha parlato con un filo di voce. "Mi sono buttato parandomi il volto con un braccio - ha spiegato - credevo di morire subito, e invece quando ho riaperto gli occhi ho visto intorno a me tante persone".
L'uomo, che non ha subito particolari conseguenze dal gesto, è stato comunque ricoverato in via precauzionale presso l'ospedale di Santa Maria Nuova. Probabilmente, dopo 103 anni, si rimetterà in sesto anche stavolta. E tornerà dov'è vissuto fino a oggi, in una struttura delle Suore Figlie delle Sacre Stigmate di via del Podestà. Nel convento lì accanto c'è sua figlia, suora.
Stupore nell'istituto dove vive. La madre superiora, suor Elisabetta, lo descrive come "una persona che non ha mai dato problemi, attiva, piena di spirito, legge tantissimo. E' autosufficiente e libero di muoversi e fare come vuole". Ogni anno, l'8 gennaio, nella casa di riposo si festeggia il suo compleanno. Così fu anche tre anni fa per la festa dei 100 anni, che vide radunati anche i due figli maschi più alcuni nipoti e pronipoti. Venne festeggiato come una specie di eroe, capace di superare un traguardo ambito. Oggi, invece, il salto nel fiume. Non gli resta che armarsi di pazienza. Tanto, prima o poi, deve finire per forza.
GIuseppe Cosenza
(26 luglio 2008)
venerdì 18 luglio 2008
Massive Attack & Pollino Kombat
Cosa c'entra un gruppo rock (o meglio Trip-Hop) con il Pollino e con questo Blog. C'entra c'entra!
Intanto perchè un pò di buona musica non guasta mai, e, ad essere buona lo è, anzi è eccellente!
Giovedì 17 all'Arena Flegrea ho assistito al loro concerto, preceduto da quello degli Almamegretta con Raiz. E poi l'Arena Flegrea stessa una struttura suggestiva e ben costruita non il solito campo di calcio preso a prestito.
Ma ancora non vi ho convinto: "cosa c'entra?", insisterete!
C'entra anche perchè è musica.... "KOMBAT", è anche musica di impegno politico. Il concerto della Band per tutta la serata è stato accompagnato da effetti luce eccezionali, mozzafiato, artisticamente notevoli e durante molti pezzi scorrevano parole, immagini, frasi citazioni (la più bella di Mandela!)
Una di queste diceva:
LE FORESTE PRECEDONO I POPOLI, IL DESERTO LI SEGUE! (Chateaubriand)
A questo punto, a parte dirvi che è stato un bel concerto (anche se per gli amanti del genere), capirete perchè "c'entra": è musica "KOMBAT", è stato un concerto "KOMBAT", è una band che POLLINO KOMBAT vi consiglia di ascoltare.
Intanto perchè un pò di buona musica non guasta mai, e, ad essere buona lo è, anzi è eccellente!
Giovedì 17 all'Arena Flegrea ho assistito al loro concerto, preceduto da quello degli Almamegretta con Raiz. E poi l'Arena Flegrea stessa una struttura suggestiva e ben costruita non il solito campo di calcio preso a prestito.
Ma ancora non vi ho convinto: "cosa c'entra?", insisterete!
C'entra anche perchè è musica.... "KOMBAT", è anche musica di impegno politico. Il concerto della Band per tutta la serata è stato accompagnato da effetti luce eccezionali, mozzafiato, artisticamente notevoli e durante molti pezzi scorrevano parole, immagini, frasi citazioni (la più bella di Mandela!)
Una di queste diceva:
LE FORESTE PRECEDONO I POPOLI, IL DESERTO LI SEGUE! (Chateaubriand)
A questo punto, a parte dirvi che è stato un bel concerto (anche se per gli amanti del genere), capirete perchè "c'entra": è musica "KOMBAT", è stato un concerto "KOMBAT", è una band che POLLINO KOMBAT vi consiglia di ascoltare.
martedì 8 luglio 2008
Centrale del Mercure: audizione all'Ente Parco del Pollino
Rotonda 7 luglio 2008
Il Forum delle Associazioni e dei Comitati contro la riconversione a biomasse della Centrale ENEL della Valle del Mercure oggi hanno pubblicamente incontrato il Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dl Pollino.
Il Forum delle Associazioni e dei Comitati contro la riconversione a biomasse della Centrale ENEL della Valle del Mercure oggi hanno pubblicamente incontrato il Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dl Pollino.
mercoledì 2 luglio 2008
Osservazioni alla richiesta ENEL di Valutazione di Incidenza allaRegione Basilicata
Il sottoscritto Cosenza Giuseppe in qualità di membro del Comitato Salute Ambiente Pollino (CoSA) di Rotonda, referente per il Pollino della OLA (Organizzazione Ambientalista Lucana) e delegato ai fini della presente missiva dall’Associazione Ambientalista “Il riccio” - Castrovillari (CS)
venerdì 13 giugno 2008
Abete bianco? Convegni vuoto a perdere o concretezza di chi vive per enel Parco?
Di convegni vuoto a perdere in cui tromboni della politica parlano, parlano parlano e parlano ne abbiamo visti e sentiti tanti: vedi convegno dell'Abete Bianco del 23 Maggio a Terranova di Pollino
Anch'io, in questo blog me la canto e me la suono come fanno loro... ma vuoi mettere la differenza?
Eccezionale scoperta di Abete Bianco sul versante sud del Monte Pollino
La Guida Ufficiale del Parco Nazionale del Pollino, dott. Giuseppe Cosenza, durante una esplorazione botanica sul Monte Pollino, in località Bosco Pollinello ha rinvenuto un giovane esemplare di Abete Bianco (Abies alba). Si tratta di un esemplare in un'area dove precedentemente non era mai stata documentata la presenza di questa specie. In particolare l'esemplare si trova sul versante calabrese in esposizione sud all'interno di una densa copertura di faggi (Fagus sylvatica), su substrato calacareo-dolomitico non lontano da un gruppo di Pini Loricati (Pinus leucodermis).
L'Abete Bianco, nell'Appenino Meridionale vive sempre associato al Faggio, costituendo una speciale associazione botanica, la Feggeta-Abetina. Questa associazione è rappresentata da bellissime foreste soprattutto nel versante Nord-orientale del Massiccio del Pollino, con la presenza di esemplari di notevoli dimensioni e età venerabile.
La foresta di Abete era molto più diffusa agli inizi del secolo XX di quanto lo sia oggi, e si estendeva ampiamente ad esempio anche nell'area compresa tra i Piani di Vacquarro fino al Piano di Pedarreto nel Comune di Rotonda, ma a causa di intensi e scriteriati è da qui scomparsa.
Nella "Nera foresta" (secondo la prima descrizione del 1826 del Tenore, botanico napoletano), sopravvivono ancora oggi popolazioni faunistiche interessanti come il Picchio Nero (Dendrocopus maior) e la Martora (Martes martes), oltre a numerose specie botaniche ad esso associate come il Vischio dell'Abete e la Scilla bianca, l'Acero di Lobelius. Inoltre le foreste di abete ogni anno sono al centro dei riti arborei delle popolazioni di Alessandria, Terranova di Pollino, Viggianello e Rotonda che nell'Abete hanno da sempre individuato il loro simbolo totemico.
Le Faggete-Abetine del Pollino quindi rappresentano un elemento paesaggistico e naturalistico che ogni anno richiama da tutto il mondo, migliaia di antropologi, ornitologi, botanici, zoologi e amanti delle escursioni in ambienti naturali, selvaggi ed unici come difficilmente si può trovare altrove in italia, lungo la splendida rete di sentieri, compreso il vecchio tracciato Decauville della RUE-PING.
Nel complesso si tratta di un valore ambientale che rappresenta, anche se non percepito dalle amministrazioni locali, di un richiamo turistico superiore a quello esercitato dal Pino Loricato, albero simbolo del Parco.
L'Abete Bianco e le sue foreste meriterebbero una attenzione maggiore da parte delle Amministrazioni Locali, Comunità Montante, Ente Parco, che vada oltre il considerare le foreste come semplice fonte di legname da ardere, sopratutto all'ombra della Centrale del Mercure, attezzandole di adeguata e seria sentieristica e sottoponendole ad un rigido regime di salvaguardia, con il coinvolgimendo delle popolazioni locali (guide ufficiali, scuole, braccianti forestali, agricoltori, associazioni di volontariato e ambientali) nella loro cura e tutela producendo occasione di sviluppo e occupazione.
P.S.: a Rotonda tra l'8 e il 13 giugno si svolgerà la Festa dell'Abete, il rito arboreo in occasione della Festa del Patrono Sant'Antonio di Padova
ULTERIORI INFORMAZIONI SU
Religiosita degli alberi sempreverdi in Basilicata/
La Pita di Alessandria del Carretto
Video una testimonianza sull'estinzione dell'Abete Bianco
Foto
Rassegna Stampa a cura dell'amico biagiod
Villaggio Globale
Il Faro
Sibarinet
Acalandrostour
Notizie dai Parchi
Anch'io, in questo blog me la canto e me la suono come fanno loro... ma vuoi mettere la differenza?
Eccezionale scoperta di Abete Bianco sul versante sud del Monte Pollino
La Guida Ufficiale del Parco Nazionale del Pollino, dott. Giuseppe Cosenza, durante una esplorazione botanica sul Monte Pollino, in località Bosco Pollinello ha rinvenuto un giovane esemplare di Abete Bianco (Abies alba). Si tratta di un esemplare in un'area dove precedentemente non era mai stata documentata la presenza di questa specie. In particolare l'esemplare si trova sul versante calabrese in esposizione sud all'interno di una densa copertura di faggi (Fagus sylvatica), su substrato calacareo-dolomitico non lontano da un gruppo di Pini Loricati (Pinus leucodermis).
L'Abete Bianco, nell'Appenino Meridionale vive sempre associato al Faggio, costituendo una speciale associazione botanica, la Feggeta-Abetina. Questa associazione è rappresentata da bellissime foreste soprattutto nel versante Nord-orientale del Massiccio del Pollino, con la presenza di esemplari di notevoli dimensioni e età venerabile.
La foresta di Abete era molto più diffusa agli inizi del secolo XX di quanto lo sia oggi, e si estendeva ampiamente ad esempio anche nell'area compresa tra i Piani di Vacquarro fino al Piano di Pedarreto nel Comune di Rotonda, ma a causa di intensi e scriteriati è da qui scomparsa.
Nella "Nera foresta" (secondo la prima descrizione del 1826 del Tenore, botanico napoletano), sopravvivono ancora oggi popolazioni faunistiche interessanti come il Picchio Nero (Dendrocopus maior) e la Martora (Martes martes), oltre a numerose specie botaniche ad esso associate come il Vischio dell'Abete e la Scilla bianca, l'Acero di Lobelius. Inoltre le foreste di abete ogni anno sono al centro dei riti arborei delle popolazioni di Alessandria, Terranova di Pollino, Viggianello e Rotonda che nell'Abete hanno da sempre individuato il loro simbolo totemico.
Le Faggete-Abetine del Pollino quindi rappresentano un elemento paesaggistico e naturalistico che ogni anno richiama da tutto il mondo, migliaia di antropologi, ornitologi, botanici, zoologi e amanti delle escursioni in ambienti naturali, selvaggi ed unici come difficilmente si può trovare altrove in italia, lungo la splendida rete di sentieri, compreso il vecchio tracciato Decauville della RUE-PING.
Nel complesso si tratta di un valore ambientale che rappresenta, anche se non percepito dalle amministrazioni locali, di un richiamo turistico superiore a quello esercitato dal Pino Loricato, albero simbolo del Parco.
L'Abete Bianco e le sue foreste meriterebbero una attenzione maggiore da parte delle Amministrazioni Locali, Comunità Montante, Ente Parco, che vada oltre il considerare le foreste come semplice fonte di legname da ardere, sopratutto all'ombra della Centrale del Mercure, attezzandole di adeguata e seria sentieristica e sottoponendole ad un rigido regime di salvaguardia, con il coinvolgimendo delle popolazioni locali (guide ufficiali, scuole, braccianti forestali, agricoltori, associazioni di volontariato e ambientali) nella loro cura e tutela producendo occasione di sviluppo e occupazione.
P.S.: a Rotonda tra l'8 e il 13 giugno si svolgerà la Festa dell'Abete, il rito arboreo in occasione della Festa del Patrono Sant'Antonio di Padova
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Religiosita degli alberi sempreverdi in Basilicata/
La Pita di Alessandria del Carretto
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Villaggio Globale
Il Faro
Sibarinet
Acalandrostour
Notizie dai Parchi
sabato 19 aprile 2008
Intrigo AlleanzaNazionale sul Pollino
Sull'Espresso del 19 aprile 2008, un articolo sull'inchiesta in corso a carico della precedente amministrazione del Parco Nazionale del Pollino (presidenza Fino), prova di un uso personale della cosa pubblica e dei fondi destinati all'ambiente e allo sviluppo.
Quando pochi sparuti folli ambientalisti estremisti di sinistra polemici e rompi palle sostenevano che la gestione del Parco era criminale la "cosidetta sinistra" tutta è stata a guardare o peggio ha inciuciato con loro approvando bilanci. I criminali eravamo noi, anche per quei politici che nelle ultima elezioni ci hanno chiesto il voto per la giustizia sociale, lo sviluppo, l'ambiente.
Tutto quanto avvenuto nel Parco in quegli anni è successo sotto gli occhi di: "La comunità del Parco, formata dai Sindaci dei Comuni del Parco, ha designato, Vincenzo Bruno (Sindaco di San Sosti, DS), Gennaro Marsiglia (Sindaco del Comune di Aieta, centrosinistra), Domenico Mauro (Sindaco di Cerchiara di Calabria, Alleanza Nazionale), Luigi Viola (Sindaco di Chiaromonte, centro-sinistra), Francesco Fiore (Sindaco di Sanseverino Lucano, DS). Totale 3 Calabresi e 2 Lucani, 4 centrosinistra e 1 di centrodestra."
Poi ci chiedono di votare per chi si fotte i soldi o per chi è stato a guardare con il prosciutto sugli occhi. E poi dicono che se hanno perso le elezioni è perchè non c'era la falce e martello sul simbolo. E poi pensano che basta essere verdi per prendere i voti degli ambientalisti...
Su questo Blog trovate numerosi post dedicati al parco
L'articolo
Quando pochi sparuti folli ambientalisti estremisti di sinistra polemici e rompi palle sostenevano che la gestione del Parco era criminale la "cosidetta sinistra" tutta è stata a guardare o peggio ha inciuciato con loro approvando bilanci. I criminali eravamo noi, anche per quei politici che nelle ultima elezioni ci hanno chiesto il voto per la giustizia sociale, lo sviluppo, l'ambiente.
Tutto quanto avvenuto nel Parco in quegli anni è successo sotto gli occhi di: "La comunità del Parco, formata dai Sindaci dei Comuni del Parco, ha designato, Vincenzo Bruno (Sindaco di San Sosti, DS), Gennaro Marsiglia (Sindaco del Comune di Aieta, centrosinistra), Domenico Mauro (Sindaco di Cerchiara di Calabria, Alleanza Nazionale), Luigi Viola (Sindaco di Chiaromonte, centro-sinistra), Francesco Fiore (Sindaco di Sanseverino Lucano, DS). Totale 3 Calabresi e 2 Lucani, 4 centrosinistra e 1 di centrodestra."
Poi ci chiedono di votare per chi si fotte i soldi o per chi è stato a guardare con il prosciutto sugli occhi. E poi dicono che se hanno perso le elezioni è perchè non c'era la falce e martello sul simbolo. E poi pensano che basta essere verdi per prendere i voti degli ambientalisti...
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L'articolo
lunedì 10 marzo 2008
Satriano: Un'Orso corre per la Basilicata!
Che l'Orso in antichità scorazzasse nei boschi della Lucania, "la terra dei boschi", è un fatto più che assodato. Lo ricordano ancora oggi a Teana nel Carnevale con una bella maschera tradizionale, così come a Satriano stesso. Ma se quest'orso ha percorso centinaia di km da solitario per raggiungere la Basilicata significa proprio che la Basilicata merita essere visitata e "vissuta": boschi, foreste, fiumi, montagne, valli, campagne selvagge e poco antropizzate. Lo ha capito un orso, ma continuano a non capirlo le nostre eminenze grige, che invece di di conservare, valorizzare ed esaltare questa isola di natura incontaminata (vedi Napoli e poi muori, è proprio il caso di dirlo, purtroppo...) continuano a smerdarla di cattedrali nel deserto, pozzi, fabbricchette, strade inutili, aree industriali obsolete spendendo miliardi di euro che se divisi fra i 600.000 abitanti della regione saremmo la popolazione più ricca d'Europa.
Quanto pagherebbero (se potessero, chiaramente) quelle mamme di Pianura per allontanare i loro figli, almeno durante i mesi estivi, dalle discariche tossiche dei loro giardini (NIMBY diceva qualcuno)? Abbiamo anche ospitato i bambini di Chernobyl in passato, ma se continua così ci risponderanno: stateci voi in Italia. VEDI POST PRECEDENTE
Tornando all'Orso, specie rara e in via di estinzione, se è quello d'Abruzzo, l'Orso Marsicano (Ursus arctos marsicanus) forse varrà la pena ricordare che, ne esitono solo 80 esemplari, che è specie protetta, con il divieto assoluto di abbattimento. E forse varrà la pena ricordarlo ogni tanto sui giornali, prima che qualche imbecille armato di "buone intenzioni" lo faccia fuori.
Gli amici del COMITATO SATRIA"NO" ALLE TRIVELLAZIONI, hanno scelto l'Orso come simbolo della loro lotta. Ecco il loro comunicato stampa.
COMITATO SATRIA"NO" ALLE TRIVELLAZIONI, ORSO BRUNO EGLI SI’ CORRE DA SOLO!
...Yes, we can!... ORSO BRUNO...egli si che corre da solo! la notizia degli ultimi giorni, è la presenza di un’esemplare di orso marsicano nelle campagne tra Satriano e Sant’Angelo le Fratte. L’orso, solitamente, vive nelle foreste della Majella e del Parco nazionale d’Abruzzo. A volte si sposta. Facendo anche molti chilometri. In una zona dove, nonostante le politiche di promozione turistica, non ne arrivano tanti di visitatori, risulta interessante e avvincente che un animale solitario, tendenzialmente pigro si sia spostato tanto, lasciando il suo abitat naturale, per raggiungere i boschi dell’antica lucania. Del resto lucus significa pure bosco. Gli orsi bruni vivono nella penisola italica prima dell’avvento dei Latini. E probabile che nel loro DNA abbiano assimilato la lingua aulica. Per loro questa, tramandata dagli avi, è la lucania ,la terra dei boschi. Chi li avrebbe potuto informare, geneticamente che di boschi, qui, ve ne sono sempre meno e che ora si chiama Basilicata. Egli sta seguendo il suo istinto. Cerca spazi e cibo. Seguendo arcaici tratturi trans regionali, evitando recinzioni, cementificazioni , asfalti e uomini con divisa o armati della domenica è arrivato in Basilicata. Scegliendo poi un periodo storico come quello attuale, in cui tutti sbandierano di voler correre da soli, per poi aspettare il passaggio di qualcuno, con il motore generoso, o l’aggregazione con specie anche dissimili. Il nostro Orso è l’unico che corre da solo oggi in Italia. Mentre tutti percorrono la penisola con camper, autobus, treni e panfili lui ha scelto l’incedere solitario e ramingo sugli Appennini meridionali. Mentre i soloni parlano di bretelle di valico, di comunicazione veloce e TAV, egli ha percorso a piedi i pochi spazi ancora incontaminati dall’Abruzzo alla Lucania. Non è un’ orso ma un’ esploratore post moderno. Un viaggiatore d’altri tempi. E un’esemplare vivente di promoter turistico ecologico. Una sorta di Livinstong degli orsi bruni.Egli sta compiendo un viaggio inverso di antropologia culturale. Chi ci dice che egli in quanto alieno alla nostra cultura, stia compiendo un viaggio per capire dove sta andando la nostra cultura. Io sto con l’orso. In periodo di par condicio affermo pubblicamente di votare per l’orso bruno. E lui l’unico in grado di far risvegliare e rialzare i nostri territori e l’Italia. Tutti, difatti lo cercano. Tutti lo braccano. Per fargli la festa forse, potremmo malignare?. Anche i cacciatori si sono mobilitati. Ma no. Tutti lo braccano, perché hanno compreso che lui è l’unico candidato che ha a cuore la nostra terra, certo si nutre qua e la di qualche animale domestico, poco male, siamo abituati a chi si nutre di ben altro. Dobbiamo difenderlo, accompagnarlo nella sua esplorazione. Egli potrebbe per assurdo diventare una risorsa, implementare in chiave mediatica l’immagine della valle del Melandro. Forse no, mi correggo. Corri da solo Orso. Corri, non farti acchiappare. Corri !
Comitato Satria”NO” alle trivellazioni petrolifere
Tonino Iallorenzi" - tamtamanimazione1@tiscali.it
mercoledì 9 gennaio 2008
Prodi, la monnezza, la Valle d'Aosta, i luoghi comuni
"Ho già dato disposizione al ministro dell'Istruzione perché vengano immediatamente riaperte le scuole che era stato deciso di chiudere" dichiara il Presidente del Consiglio che aggiunge anche: "I bambini che stanno a casa da scuola non vanno né in Val d'Aosta né sulle Dolomiti, ma rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento." Romano Prodi 7 Gennaio 2007
La frase, sensata e ragionevole, del nostro Presidente del Consiglio, mi ha lasciato l'amaro in bocca. Mi chiedo come mai non gli sia venuta in mente la vicina (a Napoli) Calabria o Basilicata.
Perchè nell'immaginario del Presidente (ma anche di tanti Italiani), Valle d'Aosta e Trentino sono anche sinonimo di territorio pulito. Cosa dovremmo fare per conquistarci questo "luogo comune"?
La nostra classe politica che blatera di sviluppo, ambiente e turismo a destra e manca, si è mai posto questo obiettivo?
E Bassolino? Presidente della Regione Campania e Comissario per i rifiuti, perchè non si dimette? Fa male vedere una sinistra che non fa nomi sulle responsabilità PERSONALI politiche. Fa male sentire che l'opposizione ci bastona senza pietà e la sinistra non si assume responsabilità. Il maledetto vizio dei politici di non dimettersi davanti all'evidenza del loro fallimento è un brutto segnale. Significa che i politici stanno sulle poltrone per altri motivi. Significa che un assessore all'ambiente non sa che è lui che deve occuparsi di incendi o che uno dei lavori pubblici non è responsabile del cattivo stato delle strade?
Ma allora chi è responsabile? I cittadini che si lamentano: l'ANTIPOLITICA!?
La frase, sensata e ragionevole, del nostro Presidente del Consiglio, mi ha lasciato l'amaro in bocca. Mi chiedo come mai non gli sia venuta in mente la vicina (a Napoli) Calabria o Basilicata.
Perchè nell'immaginario del Presidente (ma anche di tanti Italiani), Valle d'Aosta e Trentino sono anche sinonimo di territorio pulito. Cosa dovremmo fare per conquistarci questo "luogo comune"?
La nostra classe politica che blatera di sviluppo, ambiente e turismo a destra e manca, si è mai posto questo obiettivo?
E Bassolino? Presidente della Regione Campania e Comissario per i rifiuti, perchè non si dimette? Fa male vedere una sinistra che non fa nomi sulle responsabilità PERSONALI politiche. Fa male sentire che l'opposizione ci bastona senza pietà e la sinistra non si assume responsabilità. Il maledetto vizio dei politici di non dimettersi davanti all'evidenza del loro fallimento è un brutto segnale. Significa che i politici stanno sulle poltrone per altri motivi. Significa che un assessore all'ambiente non sa che è lui che deve occuparsi di incendi o che uno dei lavori pubblici non è responsabile del cattivo stato delle strade?
Ma allora chi è responsabile? I cittadini che si lamentano: l'ANTIPOLITICA!?
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