venerdì 25 agosto 2017

Faggeta vetusta: oltraggio alla bellezza

Quando il 22 agosto arrivai alla Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero, da meno di un anno riconosciuta come Patrimonio dell'Unesco, restai senza parole, avvilito, indignato.

Qualcuno aveva segnato uno per uno i faggi secolari incidendo dei brutti numeri sulla corteccia.

Segnalato il caso alla stampa e ad amici venne fuori che si trattava di una numerazioni per scopi di ricerca scientifica: la mano era quello di un ricercatore, uno studioso.

Fummo incompresi, perchè gli autori i ricercatori, gli scienziati ad "ogni costo" non comprendevano quale fosse il danno.
La mia indignazione è legittima

Capire che il danno era di carattere estetico, etico, paessagistico non rientrava nei loro orizzonti.
Eppure stiamo parlando di una Faggeta Vetusta, sconosciuta a tutti: locali, turisti, naturalisti e fino a qualche anno fa anche agli scienziati ad "ogni costo". 
Per loro era difficile capire che una foresta del genere che aveva segni molto blandi di disturbo antropico era fantasticamente primitiva, selvaggia, intoccata.
L'atmosfera che si respirava era quella della foresta vergine, del tesoro nascosto: un pezzo vero di wilderness come dicono gli inglesi.
Mai nessun fotografo "professionista" aveva documentato questa meraviglia. Provate a cercare in rete delle belle foto... non ne troverete.

 

Evidentemente il concetto di bellezza non appartiene più alla classe "colta"


L'articolo denuncia su La Siritide 

La denuncia di Wilderness





sabato 5 agosto 2017

lunedì 3 luglio 2017

Il fuoco dell'Imbecille a Serra delle Ciavole

Questa è Serra delle Ciavole, un pezzo di paradiso sulla terra. 
La lunga cresta montuosa che tocca i 2013 m s.l.m presenta bellissimi esemplari di Pino Loricato. Molti sono scelerò che nonostante siano morti danno a questa montagna un fascino unico. 

Ognuno di questi alberi anche se morti sono monumenti nel senso stretto della parola. 

Ogni ramo è una scultura prodotta dall’interazione di un organismo vivente con il suo ambiente. 

Ogni pezzo merita di essere fotografato. 

Poi non c’è altro. 

Se vuoi accendere un fuoco devi usare il legno e qui l’unico disponibile è quello di Pino Loricato

La domande sorgono spontanee: 
Era proprio necessario fare il tuo bivacco qui?
Se tutti fanno come te per quanti anni ancora potremo ammirare i Pini Loricati?



 

mercoledì 19 aprile 2017

la Basilicata si allontana dal resto del mondo

La Basilicata si allontana dal resto del mondo! 
L'anno scorso si poteva raggiungere Melfi (e di conseguenza anche Potenza) da Bologna con un solo cambio a Foggia. Adesso ci vogliono 3 cambi, oppure devi scendere fino a #Potenza via Salerno. Altro che finalmente il #Frecciarossa in #Basilicata
Ma #iosonomaleducato e loro sono solo propaganda, chiacchiere e distintivo bla ba bla.
Senza contare che in nessun sito istituzionale viene spiegato con quali mezzi pubblici si può raggiungere la città che fu capitale culturale di un Impero. #melfi


martedì 28 febbraio 2017

La truffa dei centri visite

Sembra una questione dimenticata. Di conseguenza è importante tenerla ancora in vita.

Il fallimento del funzionamento dei Centri Visite del Parco Nazionale del Pollino è dovuto ai seguenti motivi principali:

1. istallazioni inadeguate a rappresentare le emergenze culturali e naturalistiche del territorio
2. l'affidamento a personale non competente in temi culturali, naturalistici
3. l'abbandono delle strutture a se stesse senza interventi di carattere strutturale o contenutistico
4. istallazioni obsolete rispetto alle tecnologie attualmente disponibili
5. genericità dei temi trattati a dispetto delle unicità territoriali: lupo, pino loricato, capriolo, foreste, fiume, lontra, archeologia, paleontologia, musica e artigianato.

Il parco ha quindi rinunciato a farli funzionare chiudendoli. Ha quindi buttato il bambino insieme all'acqua sporca. Ha preferito investire sull'ecomuseo di Rotonda e sulla "cosa" di Campotenese, lasciando di fatto il territorio sguarnito di strutture di accoglienza per turisti e scolaresche concentrando l'attenzione lungo l'asse Rotonda-Campotense

La mia denuncia a seguito dell'estrema delusione sulla truffa avvenuta a carico della collettività e dello sviluppo non è stato raccolta da nessun politico e amministratore attualmente in carica o in caric allora.

Riporto integralmente qui di seguito quanto denunciato nel lontano 2006 anche per mezzo stampa

Il Bluff dei Centri Visita


Senza essere esperti di Scienza delle Comunicazioni, credo non sia difficile per tutti noi capire a cosa dovrebbe servire o cosa ci aspetteremmo di trovare dentro un Centro Visita o un Punto Informativo di un Parco. Io mi aspetterei di trovare informazioni generali sul Parco e su tutto quanto è possibile vedere e visitare nel territorio e nelle sue immediate vicinanze.
A Sanseverino Lucano, appena entrati si possono vedere tre cose molto interessanti: 1) un plastico rappresentante un antico opificio ad acqua, sul modello di quello da poco restaurato a Mezzana; 2) un pannello che tratta del Brigantaggio; 3) un pannello dedicato alla festa della Madonna di Pollino.

Se si fa eccezione dell’impreciso e brutto plastico rappresentante il territorio del Parco, con questi tre elementi termina tutto ciò che riguarda il territorio di San Severino Lucano. Proseguendo la visita potrete, ad esempio, farvi un’idea di quanto possa essere vasto il territorio abitato da una Farfalla, che vive in quasi tutta l’Europa, tranne che nell’Italia del Sud. Proprio così, questa farfalla non vive neanche nel Parco Nazionale del Pollino. Ma con tutti gli insetti che abbiamo non si poteva scegliere, ad esempio, una bella e gigantesca Saturnia piry o una bella Papilio macao, così comuni nelle nostre campagne che avrebbero lasciato a bocca aperta il più smaliziato dei visitatori?

Continuando la visita, sembra che il tema portante del Centro Visite sia la Geologia: così potrete farvi una bella idea della storia della Terra dalla sua formazione ad oggi, con un bel campionario di rocce e di fossili. Se andiamo a vedere le rocce una per una, due sono dell’area tirrenica del Parco, in località che distano centinaia di km da San Severino e le altre vengono da tutto il mondo, compreso i due fossili di origine Nord Europea. Un fossile è un calco del famoso “Archeopterix”, l’anello di congiunzione evolutivo tra gli uccelli e i rettili. Se volete vedere “dal vivo” una sola delle cose contenute in questo “museo” tornate a casa e preparate le valige e partite per la Germania. Peccato, perché nel centro visite avreste potuto e dovuto trovare, sempre geologicamente parlando, materiali e informazioni su dove vedere: i “Pillows Lava” di Timpa delle Murge, le Ofioliti del Frido, Le Rudiste di Colle Impiso, L’elefante di Rotonda, La Lignite del Mercure, il Pesce Vela di Latronico, i banchi di argilla a molluschi di Viggianello, la curiosa bolla di lava di Monte Pelato. Magari avreste prolungato la vostra vacanza di qualche giorno “inseguendo” fossili. Ma la cosa più terribile e che non ci sia un solo pannello dedicato alla importantissima popolazione di Lontra del Fiume Peschiera, alle specie arboree comuni e rare del Bosco Magnano. Mentre nonostante gli interessi antropologici, nazionali ed internazionali, della Festa della Madonna del Pollino, questa sia relegata in un unico pannello quasi sottoforma di banale funzione decorativa. L’impressione è che qualcuno ci abbia rifilato una patacca, in cambio di svariati milioni (lire o euro fate voi), svendendoci allestimenti già pronti, per un Aula didattica da realizzare in Germania o in Polonia, tante è vera la loro “universalità”. Se ci spostiamo al Punto Informativo di Viggianello le cose non cambiano. I pannelli ci parlano di Carsismo, senza citare il bello esempio a pochi km in territorio nello stesso comune, di Piano Ruggio e della Sorgente del Mercure. Oppure si espongono in modo esemplare le formazioni rocciose dell’area orientale del Parco, da far pensare che forse questi pannelli avrebbero dovuto essere esposti a Civita o San Lorenzo Bellizzi. E poi per un errore del “Pony Express” sono giunti qui. La chicca più bella è il pannello sulle “Erosioni eoliche”: le più evidenti e “vicine” in Italia che potreste visitare sono in Tunisia. Non dimenticate poi di leggere il pannello che spiega i segni che le ultime glaciazioni hanno lasciato sul Pollino: tutti i toponimi sono in Inglese! Mi chiedo se sia lecito fare una fotocopia di una immagine da un libro in dotazione agli studenti delle Facoltà di Geologia, plastificarla e venderla all’Ente Parco come nuova!

Fermiamoci qua, tanto in generale, tutti i Centro Visita del Parco, sono all’insegna del vuoto spinto, compreso quello di Civita realizzato ex-novo a forma di castello Medioevale che rappresenta un’autentica aberrazione architettonica in un villaggio che medioevale non è mai stato.

In poche parole io chiedere indietro i soldi.

I Punti Parco dovrebbero essere affidati a Guide, Educatori ambientali, Cooperative, società che si avvalgono di quel capitale umano tanto caro al Presidente della Regione, capaci di dare informazioni e offrire servizi per il soggiorno nel Parco: prenotare un albergo, gite organizzate, souvenir, editoria, animazione culturale, ecc. ecc. Date una stanza vuota a chi è competente e provvederà a realizzare istallazioni che possano essere interessanti per i turisti. Invece il Pollino si distingue dal resto del mondo anche per questo: provate a chiedere al Punto informativo del Parco di Aieta da dove parte il sentiero per raggiungere a piedi Tortora, provate a chiedere al Punto informativo di Laino Borgo una carta dei sentieri della Valle del Lao, provate a chiedere a quello di Mormanno se è aperto il Rifugio Colle Ruggio, provate a chiedere a quello di Laino Castello se le guide Ufficiali del Parco organizzano visite guidate, provate a quello di Rotonda a chiedere dove bisogna andare per vedere da vicino un Lupo, provate a chiedere a Frascineto quante aquile ci sono sul Pollino ,provate a Francavilla sul Sinno dove si possono osservare gli aironi e la lontra, provate a chiedere se, a causa del carbonchio, c’erano rischi per gli escursionisti, provate, provate…

Non c’è turista che si lamenti di questi disservizi, ma sembra che questo non riguardi assolutamente le alte sfere dell’Ente.

Le cause di questo disservizio sono da imputare al fatto che si considerano questi spazi interessanti solo nel momento della loro realizzazione (appalti) e successivamente come spazi dove parcheggiare a turno LSU, VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE, PROLOCO, ASSOCIAZIONI VARIE.