domenica 28 novembre 2004

Le Guide del Parco più ignoranti del mondo

Siamo le Guide Ufficiali del Parco Nazionale più grande d’Europa e aggiungerei anche le Guide Ufficiali più ignoranti del Mondo.
Non fraintendetemi: siamo “ignoranti” nel senso che “ignoriamo”.
Cosa ignoriamo? Un sacco di cose che invece dovremmo sapere, in quanto noi rappresentiamo l’interfaccia tra il parco e i turisti che accompagniamo lungo i meravigliosi sentieri montani, i borghi più belli d’Italia, i fiumi, le foreste e i prati del Pollino.
Vi faccio un esempio di alcune informazioni strategiche che ho saputo in modo del tutto casuale:
a) Cervi: vengo a sapere della liberazione dei cervi, confusamente, da mia madre e mio padre che non si perdono una sola puntata del tg3 Basilicata. Per sapere dove come e quando il giorno dopo mi compro il quotidiano.
b) Lupi: pur conoscendo molto sui lupi per mio interesse personale, un giorno incontro un signore a Rotonda che mi dice che ha visto un documentario su SKY National Geographic sui Lupi del Pollino (il signore non sapeva dell’esistenza dei lupi sul Pollino!). Non avendo SKY mi perdo questa grande opportunità informativa.
c) Lontra: non so assolutamente nulla, se faccio eccezione di qualche informazione sottovoce che mi viene fornita da qualche ricercatore che non si fida molto a diffondere in gire notizie o non si fida del sottoscritto (guida=bracconiere?)
d) Carbonchio: vengo a sapere da un proprietario di cavalli di Lauria che è scoppiata una epidemia di Carbonchio sul Pollino. Vengo a sapere successivamente che la cosa è seria e non mi resta che toccare ferro ripensando a tutti i comportamenti a rischio miei e dei turisti che ho accompagnato in montagna. Chiedo delucidazioni al parco con una lettera scritta e non si degna manco di rispondermi.
e) Sentieri: qua e là nel Pollino vengono recuperati alcuni vecchi sentieri. Mai nessuno mi ha informato con una lettera e/o una mappa. Un giorno mi trovo presso la Grotta del Romito e un anziano signore mi spiega che la Domenica precedente c’era stata una manifestazione per inaugurare il nuovo sentiero che collega Laino Castello a Campicello. Erano stati invitati tutti tranne le Guide del Parco: mi chiedo chi pensano che accompagnerà la gente su questi percorsi e promuoverà òa fruizione di questo territorio.
f) Capriolo: tutti sappiamo che vive nei Monti di Orsomarso. Ho saputo che ormai frequentano anche l’area del Pollino grazie ad un ragazzo che mi ha detto che, scendendo verso Campotenese da Colle del Dragone ha visto un animale a 4 zampe con le corna, grande ma non troppo. Ne deduco che fosse un capriolo.
g) Grifone: una sera incontro un ragazzo al Pub che mi dice di essere stato a Piano Ruggio e di avere visto un Grifone. Io penso che abbia bevuto un po’ troppo, ma lo assecondo. Il giorno dopo porto un turista a visitare Civita e alla vista di una rapace mi chiede “è un grifone?”: io dico di sì, come potrei smentirlo. Il giorno trovo la notizia su alcuni vecchi giornali.

Una volta accompagnando 26 torinesi in escursione sulla vetta del Pollino mi chiesero, tutti e 26, se nel Parco ci fossero le marmotte. Risposi, pazientemente, tutte le 26 volte con assoluta sicurezza: “No, non ci sono marmotte negli Appennini”. Ad un certo punto mi è sorto un dubbio: non è che nel frattempo il Parco ha introdotto le marmotte senza dirmi nulla e adesso ne incontriamo una e faccio una figura di …“poco professionale”?

Io credo che per il nostro ruolo strategico il Parco ci dovrebbe continuamente garantire materiali e occasioni informative su quanto avviene su questo territorio.

Ma come volete che si senta una Guida Ufficiale del Parco che fa sforzi notevoli per promuovere, con professionalità e competenza, itinerari in un territorio come Laino Castello, Laino Borgo, Rotonda e Sanseverino Lucano e poi non trovare sugli opuscoli prodotti dai Punti Informativi del Parco o dalle Pro-Loco neanche una parola sull’esistenza delle Guide Ufficiali del Parco Nazionale del Pollino?
Negli altri Parchi le guide sono strettamente coinvolte in progetti di ricerca, manutenzione, informazione e cura del territorio, per cui non mi meraviglio se per i turisti siamo un tutt’uno con il Parco stesso.
Ma la meraviglia più grande dei turisti esplode non davanti alla bellezza di un Pino Loricato, ma quando vengono a sapere che facciamo (bene) il nostro lavoro senza ricevere nessun contributo/sussidio/stipendio dall’Ente Parco e purtroppo ci sono amministratori del Parco che pensano che noi siamo regolarmente stipendiati.
Forse sarebbe meglio dire Guide Ufficiali del Parco più ignorante del Mondo.

Cinghiali... al potere!

Il Consiglio Direttivo del Parco ha approvato “l’abbattimento selettivo”

Con un solo voto contrario, della P.ssa Fascetti, e l’astensione del WWF (!) approvato dal Consiglio dell’Ente Parco del 4.11.2004 “l’abbattimento selettivo” dei cinghiali.
Il vecchio problema del soprannumero dei cinghiali è stato “risolto” con la solita banale “cura” peggiore del male stesso. Nonostante l’Ente Parco abbia a disposizione studi, ricerche ed esperienze nel campo del controllo delle popolazioni di selvatici, non è riuscito a inventarsi altro metodo che quello di aprire alle “doppiette” o meglio “Carabine” il territorio del Parco Nazionale più grande d’Europa.
Al consiglio del parco hanno tenuto a precisare che si tratta di un intervento “straordinario, di emergenza, e non usuale”.
Ovviamente al Parco, fino ad oggi, hanno avuto di meglio da fare piuttosto che evitare che il “problema cinghiali” divenisse un “emergenza”. I cinghiali ci sono sempre stati e il Parco c’è ormai da 10 anni.
L’abbattimento selettivo significa che il Parco selezionerà una squadra di cacciatori, iscritti ad un’associazione venatoria, con regolare porto d’armi da 5 anni, in possesso di una carabina. Questo si traduce che di questo “bene” potranno disporne solo un elite scelta di cacciatori senza nessun beneficio ambientale ed economico per le popolazioni locali.
Un’altra via c’era, ma per problemi chiamiamoli “burocratico-legali”, il Parco non è riuscita a percorrerla prima che il “problema” divenisse “emergenza”.

L’altra via è la cattura. Della cattura ne avrebbero beneficiato tutti i cittadini del Parco:
a) gli addetti alla cattura, magari costituendo società e cooperative adeguatamente specializzate, con un aumento di occupazione nel territorio;
b) le aziende di lavorazione e commercializzazione delle carni e degli animali macellati;
c) i ristoratori, che finalmente potrebbero acquistare e somministrare pregiate carni di cinghiale legalmente macellate;
d) il parco stesso che dai proventi della vendita avrebbe potuto costituire un fondo per il rimborso dei danni da fauna;
e) gli agricoltori perché ne gioverebbero con una riduzione del numero di cinghiali che provocano danni alle colture e la sicurezza del rimborso dei danni da fauna.

Di fatto l’abbattimento selettivo si traduce in un caso di espropriazione a beneficio di una sola categoria di “sportivi” privilegiati.
Il Parco lo ha definito provvedimento “straordinario”, ma come si pensa di poter soddisfare gli appetiti degli “abbattitori” per una volta sola? Non si rischia di favorire la nascita e il rafforzamento di una nuova lobby di cacciatori che pretenderanno in futuro nuovi abbattimenti?
Forse questa emergenza più che da necessità tecnico-faunistiche è dettata dal bisogno di dover dare una risposta alle richieste dei cacciatori, e saldare le promesse fatte dai nostri amministratori nell’incombenza delle elezioni Amministrative Regionali del 2005.

Spero solo che si avrà cura di avvisare i turisti in quali aree e quando si potrà passeggiare senza rischiare di essere impallinati, e non come per il caso Carbonchio, in cui non è stato adottato nessun provvedimento informativo.

mercoledì 17 novembre 2004

No ai Parcheggi in quota!

Il Sindaco Anastasio dichiara che le "nuove infrastrutture in zona Visitone sono necessari per consentire all'intera area del Pollino di mirare a un effettivo decollo turistico". Con questa dichiarazione il Sindaco o non conosce effettivamente cosa e dove si stiano realizzando questi servizi o non conosce quali siano i veri servizi di cui hanno bisogno i turisti che visitano il Pollino. Non posso veramente credere che una Palestra Verde "piantata" in una località a caso nel Cuore del Pollino, possa attrarre chissà quanti turisti. Ammesso che ci sia l'esigenza di realizzarla, non credo sia molto efficace realizzarla in montagna, ma sicuramente sarebbe più funzionale nei pressi di un centro abitato.
Tra l'altro una palestra verde ha la necessità di essere custodita e mantenuta, e quindi affidata a qualcuno (ad esempio il gestore di altra struttura turistica), per evitare che resti alla mercè dei vandali come il sentiero dei non-vedenti nel cuore di Bosco Magnano. Per quanto riguarda le aree pic-nic, se localizzate nelle vicinanze delle frazioni, Prastio, Torno, Mezzana, Casa del Conte, potrebbero favorire, la delocalizzazione di un tipo di turismo che oggi frequenta, gli altipiani. Ma gradirebbe qualsiasi altra località se dotata di servizi, frescura e acqua. Le aree in quota essendo vincolate da inedificabilità, non daranno l'opportunità ai cittadini del Parco di realizzare nei pressi dell'area pic-nic altre strutture di servizio: bar, negozi di souvenir, ristoranti, agriturismi.
Le aule didattiche previste a Piano Pedarreto (credo siano uguali a Visitone) sono una vera bufala. Si tratta di due stanze di 16 mq che dovrebbero contenere tavoli, sedie, microscopi, pannelli, proiettori e quant'altro possa essere necessario per le attività descritte nel progetto, a firma dell'ex direttore facente funzione Ing. Allevato, che probabilmente non ha mai seguito una scuola in visita al parco che generalmente si muove in gruppi di 40, più insegnanti e guide. Credo che più dei soliti pannelli con la carta del parco e gli avvisi di rispettare l'ambiente queste "aule" non possano contenere.
Le scuole che raggiunge Piano Visitone o Piano Pedarreto hanno altri obiettivi: conoscere la natura direttamente dal vivo e non in aula. Altra cosa sarebbero dei veri e proprio centri di Educazione Ambientale, dove si possano svolgere attività didattiche con soggiorni anche settimanali, della quale il Parco è stato in 10 anni incapace di dotarsi, se si fa eccezione dei mal gestiti e mal allestiti Centri Visite e Punti Parco. Vorrei ricordare che alcuni Centri Educazione Ambientale presenti in altre località italiane, quando ben gestiti, sono spesso motivo di attrazione più del parco stesso, e qualche volta sono localizzate in aree di scarso valore ambientale.
Tra l'altro a Piano Pedarreto sono previsti anche delle strutture in cemento con Bagno Chimico. Tutti sanno che i bagni chimici sono delle strutture generalmente non permanenti, mentre sarebbe necessario un bagno che possa soddisfare le esigenze di migliaia di persone e che necessitano quindi di pulizia quotidiana, quindi anche questi non localizzati a caso ma localizzati preso strutture gestite.
Chiedo al sindaco di Viggianello, se mai parcheggerà la sua auto là dove è previsto il parcheggio se vorrà fare una escursione partendo da Colle Impiso o semplicemente andare a prendere un caffè al Rifugio di Visitone.
Intanto la località di partenza più importante per le escursioni in quota, dopo 10 anni di Parco ancora non è dotata i un cartello stradale con scritto semplicemente "Colle Impiso", e le auto parcheggiano nei giorni di punta numerose fuori dalla carreggiata o con grave danno per la circolazione dei mezzi sulla strada. forse basterebbe lungo la strada di Piano Ruggio la realizzazione, senza grandi interventi, di piccole aree di sosta per le auto e le manovre degli autobus. Ma i parcheggi realizzati nelle frazioni, avrebbero potuto essere il vero volano dello sviluppo se accompagnate da una politica della gestione del traffico controllato in quota e a realizzazione di strutture per la fruizione turistica gestite dai residenti.
Non sono assolutamente d'accordo che questi servizi di montagna non rappresentino un danno dal punto di vista ambientale e paesaggistico: proprio dove viene realizzato il parcheggio, nelle pozze d'acqua piovana che si formano in primavera e autunno, è possibile osservare numerosi uccelli migratori in sosta, attrazione interessante e mai valorizzata per gli amanti della natura in generale e del birdwatching. Forse gli amministratori dei nostri comuni dovrebbero maggiormente concentrarsi nella realizzazione di servizi utili in bassa quota che mancano del tutto nel Pollino Lucano (aree campeggio, camper service, sentieri natura, CEA), perché il cuore del Parco attrae gente senza e nonostante la mancanza di strutture di valorizzazione eco-compatibili. Il problema vero è convincere i turisti a vivere e visitare Viggianello, e su questo ancora sembra che nessuno abbia speso energie.

AGGIORNAMENTO VIDEO: PIANO PEDARRETO LUGLIO 2007

Vacche in palestra. [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=YVyDQst9V-M[/youtube]Testando il plugin per youtube

Kagate