Il Consiglio Direttivo del Parco ha approvato “l’abbattimento selettivo”
Con un solo voto contrario, della P.ssa Fascetti, e l’astensione del WWF (!) approvato dal Consiglio dell’Ente Parco del 4.11.2004 “l’abbattimento selettivo” dei cinghiali.
Il vecchio problema del soprannumero dei cinghiali è stato “risolto” con la solita banale “cura” peggiore del male stesso. Nonostante l’Ente Parco abbia a disposizione studi, ricerche ed esperienze nel campo del controllo delle popolazioni di selvatici, non è riuscito a inventarsi altro metodo che quello di aprire alle “doppiette” o meglio “Carabine” il territorio del Parco Nazionale più grande d’Europa.
Al consiglio del parco hanno tenuto a precisare che si tratta di un intervento “straordinario, di emergenza, e non usuale”.
Ovviamente al Parco, fino ad oggi, hanno avuto di meglio da fare piuttosto che evitare che il “problema cinghiali” divenisse un “emergenza”. I cinghiali ci sono sempre stati e il Parco c’è ormai da 10 anni.
L’abbattimento selettivo significa che il Parco selezionerà una squadra di cacciatori, iscritti ad un’associazione venatoria, con regolare porto d’armi da 5 anni, in possesso di una carabina. Questo si traduce che di questo “bene” potranno disporne solo un elite scelta di cacciatori senza nessun beneficio ambientale ed economico per le popolazioni locali.
Un’altra via c’era, ma per problemi chiamiamoli “burocratico-legali”, il Parco non è riuscita a percorrerla prima che il “problema” divenisse “emergenza”.
L’altra via è la cattura. Della cattura ne avrebbero beneficiato tutti i cittadini del Parco:
a) gli addetti alla cattura, magari costituendo società e cooperative adeguatamente specializzate, con un aumento di occupazione nel territorio;
b) le aziende di lavorazione e commercializzazione delle carni e degli animali macellati;
c) i ristoratori, che finalmente potrebbero acquistare e somministrare pregiate carni di cinghiale legalmente macellate;
d) il parco stesso che dai proventi della vendita avrebbe potuto costituire un fondo per il rimborso dei danni da fauna;
e) gli agricoltori perché ne gioverebbero con una riduzione del numero di cinghiali che provocano danni alle colture e la sicurezza del rimborso dei danni da fauna.
Di fatto l’abbattimento selettivo si traduce in un caso di espropriazione a beneficio di una sola categoria di “sportivi” privilegiati.
Il Parco lo ha definito provvedimento “straordinario”, ma come si pensa di poter soddisfare gli appetiti degli “abbattitori” per una volta sola? Non si rischia di favorire la nascita e il rafforzamento di una nuova lobby di cacciatori che pretenderanno in futuro nuovi abbattimenti?
Forse questa emergenza più che da necessità tecnico-faunistiche è dettata dal bisogno di dover dare una risposta alle richieste dei cacciatori, e saldare le promesse fatte dai nostri amministratori nell’incombenza delle elezioni Amministrative Regionali del 2005.
Spero solo che si avrà cura di avvisare i turisti in quali aree e quando si potrà passeggiare senza rischiare di essere impallinati, e non come per il caso Carbonchio, in cui non è stato adottato nessun provvedimento informativo.
[...] PARCO DEL POLLINO, AL VIA IL PIANO DI ABBATTIMENTI DEI CINGHIALI Leggi anche… [...]
RispondiElimina[...] Non voglio neanche perdere tempo a scrivere sulla questione cinghiali ancora un rigo.Ho trattato questo argomento più di una volta. Leggete i link qui sotto se ancora non lo avete fatto. Tra l’altro anche il Sindaco di Verbicaro ad un assemblea della COMUNITA’ DEL PARCO DEL... [...]
RispondiElimina