venerdì 16 aprile 2010

Centro Polifunzionale di Campotenese: Cattedrale nel deserto

Il Parco va alla BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO a Milano per la seconda volta a promuovere qualcosa che non c'è: il centro Polifunzionale di Campo Tenese.

La BIT è un mercato dive s incontra la domanda e l'offerta turistica, dove enti pubblici vano a promuovere il loro territorio. Cosa avranno pensato i COMPRATORI (detti BUYERS) del turismo internazionale? che se ne fanno?

Questa struttura sarà pronta tra 5-6 anni, funzionerà, se funzionerà, tra una diecina di anni.
Costerà 2 milioni di euro! Quanto costerà gestirlo? Quale facoltoso miliardario lo gestirà? Sarà un'altra ipoteca su chi amministrerà l'Ente Parco tra una diecina di anni. Soldi che saranno sottratti alla tutela della Lontra, del Lupo, del Pino Loricato, alla manutenzione della rete sentieristica.
Intanto i centri storici crollano. 2 milioni di euro avrebbero potuto investirli nel recupero del paese abbandonato di Laino Castello, patrimonio archeologico!
Tra l'alrto un bel centro polifunzionale funzionante già ce l'abbiamo, che ha arricchito l'industria del cemento del versante lucano, ma ovviamente bisognava fare altrettanto nel versante calabrese...

Nel Parco Nazionale del Pollino ci sono 56 Centri Polifunzionali, che offrono cultura, tradizione, ambiente, gastronomia, arte, musica, educazione ambientale, archeologia, animazione, spettacoli, sentieri, informazioni, accoglienza, musei, teatro, si chiamano: Rotonda, Saracena, Cersosimo, Alessandria del Carretto, Sant'Agata d'Esaro, Frascineto, Terranova, Noepoli, ecc, ecc. Due Milioni di Euro potrebbero fare la differenza tra tenerli ancora aperti o chiuderli definitivamente

Non aggiungo altro, per approfondire leggete quanto scritto dall'amico Indio

Pollino Wild e il centro Polifunzionale

2 commenti:

  1. eh eh.. parli del centro polifunzionale di Mezzana, che è stato aperto una sola volta per ospitare un concerto. Almeno l'avessero fatto vicino alle frazioni...almeno quello...
    indio

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  2. copiate il testo sottostante, incollatelo sulla vostra mail e speditelo al seguente indirizzo: ente@parcopollino.it

    Oggetto: NO AL POLIFUNZIONALE DI CAMPOTENESE

    Al Presidente dell’Ente Parco Domenico Pappaterra
    Al Direttore dell’Ente Parco Annibale Formica
    Al rappresentante della Legambiente Marco De Biase
    Al rappresentante del WWF Gianni De Marco
    A tutti i Sindaci dei Comuni del Parco Nazionale del Pollino
    Ai tecnici, ai rappresentanti delle Università nel consiglio del Parco


    Nel Parco Nazionale del Pollino ci sono 56 Centri Polifunzionali, che offrono cultura, tradizione, ambiente, gastronomia, arte, musica, educazione ambientale, archeologia, animazione, spettacoli, sentieri, informazioni, accoglienza, musei, teatro, si chiamano: San Lorenzo Bellizzi, Rotonda, Saracena, Cersosimo, Mormanno, Alessandria del Carretto, Sant'Agata d'Esaro, Frascineto, Terranova, Noepoli, San Paolo Albanese, San Severino Lucano, Teana, ecc, ecc.
    Due Milioni di Euro potrebbero fare la differenza tra tenerli ancora aperti o chiuderli definitivamente.
    L’Ente Parco ha già dimostrato la sua incapacità di rendere funzionanti i Centri Visite, perseguendo una politica di affidamento degli stessi che non valorizza le risorse umane del territorio, che non coinvolge gente competente, capace e volenterosa organizzata in associazioni, cooperative, singoli nella prestazione di servizi e informazioni.
    Per cui riteniamo che la costruzione del POLIFUNZIONALE DI CAMPOTENESE sia superfluo, costituendo esclusivamente uno spazio di distrazione dalla messa in rete dei reali servizi offerti e dalla valorizzazione dei Centri Storici e politicamente contrario a quanto in anni di esercizio accademico sulle finalità del Parco sia stato propagandato e comunicato dagli stessi che oggi occupano i vertici dell’Ente.
    Riteniamo inoltre che la realizzazione dell’opera, non scioglie i nodi della gestione, in quanto non si comprende chi e come dovrà gestire questa struttura, con il rischio che una volta realizzata resti chiusa e inutilizzata, come tanti esempi sotto gli occhi di tutti, o peggio il suo mantenimento graverà come una ipoteca sui bilanci dell’Ente distraendo fondi che dovrebbero essere utilizzati per l’ambiente: tutela delle specie rare, manutenzione del verde, della viabilità e dei sentieri, indennizzi ai comuni per il taglio dei boschi, indennizzi ai cittadini per i danni da fauna, per la realizzazione delle strutture di supporto alla fruizione turistica-escursionistica tuttora assenti e dei centri faunistici dedicati alle specie importanti come la Lontra, il Lupo, il Picchio Nero, ecc.
    Siamo letteralmente sconcertati come i Sindaci dei nostri comuni, rappresentanti nell’Ente, abbiano avvalorato tale faraonico progetto che ha il significato di una pietra tombale sulle aspirazioni di sviluppo dei territori da loro amministrati. 2 milioni di euro sono pari 35.000 euro per comune, quanto basterebbe per realizzare una stanza imbiancata e attrezzata all’interno del quale un qualsiasi cittadino, una associazione, una pro-loco, potrebbe offrire informazioni, proiettare video, organizzare mostre, offrire servizi, dispensare materiali al fine di valorizzare il territorio che lo circonda. Con 35.000 un comune può realizzare una rete di sentieri, aree picnic, risanare sorgenti, pulire boschi che dia opportunità a famiglie ed escursionisti di fruire le risorse naturali.
    Chiediamo ai rappresentanti delle Associazioni di assumere con determinazione il ruolo per quale sono stati nominati nel Consiglio del Parco, garanti della tutela ambientale e non notai di investimenti contrari alla "mission" delle aree protette.

    Pertanto invitiamo il Direttore, il Presidente, i Sindaci, i rappresentanti delle Associazioni a fermare la costruzione di questa ennesima inutile “cattedrale nel deserto”.


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