In un giorno qualsiasi di giugno passeggiando per le vie del centro storico con un amico, abbiamo imboccato un vicolo che non avevo mai percorso. Così scopriamo nuovi scorci di un paese che si riteneva conoscere come le proprie tasche.
Il vicolo ci ha portato fuori dall’abitato, nelle zone rupestri del colle di Rotonda che per esposizione a Nord-est non furono mai edificate per millenni a causa della non felice esposizione solare.
Osservando, come sempre mi piace fare, le rocce e le pietre dei muretti a secco alla ricerca di qualche segno, fossile, piantina, insetti o altri animali, ecco una sorpresa inaspettata.
In prossimità di una probabile vecchia cava di pietre un’incisione. Si tratta di una sorta di graffito raffigurante una croce posta su una base triangolare. La croce è contenuta in una figura, sempre incisa, “a forma di casa” con tre piccole croci poste due sui bordi del “tetto” e una sul colmo. Il tutto di circa 20 cm d’altezza e 10 di base.
La posizione e il contesto farebbero pensare ad una croce posta all’ingresso di una grotta, successivamente alterata dall’attività estrattiva di pietre da costruzione o semplicemente per ampliare il fondo privato.
Alcuni giorni dopo ritorno nella stessa località per documentare con foto la scoperta. Alcuni ragazzi che abitano nei pressi mi chiedono dove sto andando. Quando glielo spiego, vengo accolto da un coro di incredulità: mi dicono di esserci cresciuti in questo posto e di non aver mai visto niente del genere. La cosa assume il tono della scommessa: se la trovo mi offriranno da bere.
La scommessa volge a mio sfavore nell’incertezza della localizzazione, mentre un signore che ha una piccola abitazione quasi di fronte al graffito, dice di non aver mai visto “croci” da queste parti.
Ma alla fine, con tanta meraviglia di tutti, la ritrovo. E così mi viene svelato dallo stesso signore che non lontano da qui ce n’era un'altra che è stata occultata dalla costruzione di un muro a secco e che quella località veniva chiamata in passato “Croci”.
Secondo Luciano Longo di Castelluccio Inferiore, amico appassionato di storia e archeologia della Valle del Mercure, probabilmente sono da farsi risalire ad un periodo che va dal VIII al XI sec. d.C. quando nella Valle del Mercure si insediarono monaci provenienti dall’Asia Minore e dalla Sicilia che diedero vita ad una delle più importanti regioni monastiche dell’Italia Meridionale: il MERCURION.
Nella Valle del Mercure così nacque una fiorente vita monastica che vedeva la convivenza di Monaci Anacoreti (che praticavano la vita eremitica in senso stretto), di Laure (comunità eremitiche riunite intorno ad un Anacoreta più importante) e di monasteri veri e propri. Secondo lo storico Biagio Cappelli nel “Chronicon Carbonense” proprio a Rotonda fino al 1704 era attivo un Monastero Basiliano di Sant’Andrea o Santa Sofia, del quale incredibilmente a Rotonda si è persa ogni traccia archeologica o storiografica.
In definitiva la piccola incisione è stata probabilmente realizzata in questo contesto storico, anche se iconograficamente diversa dalle croci incise sulle Laure che si trovano diffuse nelle grotte eremitiche della Valle del Mercure.
Adesso tocca agli organi competenti avviare un’indagine per dare una corretta attribuzione storica-iconografica e provvedere alla tutela di questa piccolo frammento della nostra storia.
A proposito, un grazie agli amici, da adesso custodi gelosi del graffito, per il vino che mi avrebbero comunque offerto: era ottimo!
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