Relazione alla 1°Conferenza Provinciali per lo sviluppo nei Parchi - Latronico 2005
Al termine del corrente anno (2005) il sottoscritto avrà svolto (condizioni climatiche permettendo) circa 100 escursioni nel territorio del Pollino e aree vicine (Maratea). Questo dato rappresenta un valore elevato rispetto alla media dei miei colleghi.Il numero totale di visitatori accompagnati sfiorerà le 800 unità.
La provenienza geografica degli escursionisti è varia
Nazionali: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche.
Internazionali: Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Inghilterra, Danimarca, Polonia, Finlandia, Stati Uniti, Canada, Repubblica Ceca, Grecia, Giappone, Corea del Sud, Cina
Un gruppo trekking che raggiunge il Pollino dal Nord-Italia spende circa 600 euro, viaggio compreso. I turisti Inglesi spendono all’incirca 800 sterline (equivalenti a 1700 euro, circa 2.500.000 delle vecchie lire) per una settimana in Basilicata tra Pollino e Maratea viaggio aereo compreso in strutture di qualità.
A questo punto dovremmo chiederci “PERCHE SPENDONO TALI SOMME PER VISITARE LA BASILICATA?”
La risposta è pressoché semplice. Ma il territorio del Pollino e in generale la Basilicata e la Calabria è all’altezza di questo turismo di “elite”? Le politiche ambientali e turistiche delle due regioni e delle aree protette vanno nella direzioni di valorizzare, tutelare ed eventualmente “aumentare” le risorse naturalistiche, antropologiche storico e artistiche? Si riesce a rendere fruibili queste risorse?
Situazioni critiche nella aree di notevole interesse turistico ambientale
1. Tagli di boschi e alberi secolari (addirittura durante il periodo delle gite scolastiche a bosco magnano. A Viggianello dal 2000 ad oggi sono scomparsi tutte le querce secolari lungo la strada provinciale)
2. Sentieri non segnati (nessun percorso di collegamento centri storici - centri storici, centri storici - rifugi, rifugi - vette)
3. Gente che si perde, con qualche caso di fatalità e nessun sostegno al Soccorso Alpino
4. degrado provocato da lavori iniziati e mai finiti (vedi rifugio De Gasperi e Sentiero Belvedere)
5. Rifugi trasformati in albergo invece di essere di supporto all’escursionismo e alla fruizione.
6. Rifiuti dappertutto (vedi cristo di Maratea, Cersuta, Piano Visitone)
7. segnaletica insufficiente e indecente, se non assente (dov’è Colle Impiso?)
8. Incendi (come si può nel 2000 lasciare che un fuoco divampi per ore senza essere avvistato?)
9. Nessun coinvolgimento delle associazioni nella tutela del territorio (vigilanza, antincendio, antibracconaggio, antivandalismo)
10. Nessuna impresa giovanile coinvolta in progetti di tutela e ripristino ambientale
11. Nessuna attività promossa di turismo interno (scuole del Pollino in Val d’Agri e viceversa)
12. Bracconaggio e Caccia al cinghiale
13. Assurde e disastrose manutenzione dei fiumi (sul SINNI proprio dove in inverno si fermano i migratori)
14. Istallazioni turistiche dannose e incoerenti, con le risorse ambientali del territorio (chi dovrebbe fare a fare stretching nelle gole del Lao o ippoterapia senza cavalli a Bosco magnano)
15. Fiumi in totale degrado (rifiuti e fogne proprio dove si fa rafting e il bagno.
16. Assurde opere di restauro (tavola del brigante)
17. Aule didattiche “timide” (cioè piccole, insufficienti per una scuola e senza istallazioni adeguate)
18. Musei chiusi, incustoditi o custoditi da persone inadeguate (San Costantino albanese, ricco di risorse umane nel settore della musica e del canto tradizionale che non vengono coinvolte)
19. Centri visita chiusi e con istallazioni che non c’entrano nulla con il territorio.
20. Antenne di vario genere posizionate in aree panoramiche. (Redentore di Maratea)
21. Elettrodotti ovunque (Valle del Mercure, Timpa delle Murge)
22. Pochissime manifestazioni stabilizzate, se si fa esclusione di quelle tradizionali (come fa un agenzia a programmare per l’anno successivo?)
23. Centrali a Biomasse, Centrale idroelettriche (Mercure - Lao), impianti industriali in località di notevole interesse turistico (Calzaturificio di Maratea)
24. Recinzioni abusive che impediscono il libero movimento dei turisti.
25. Spiagge sporche e dotate di brutte e pericolose istallazioni (spiaggia di Cersuta)
La gestione del territorio deve essere coerente con gli slogan turistici, altrimenti possiamo anche chiudere prima che i malcapitati turisti ci chiedano i danni.
STATO DI “UTILIZZAZIONE” DEL CAPITALE UMANO “GUIDE” IN BASILICATA
“La Basilicata presenta dati di eccellenza per quanto concerne la dotazione di capitale umano qualificato e l’elevato grado di scolarizzazione del nuove generazioni come attestato dai dati ISTAT: (…) Pertanto risulta fondamentale che questo importante patrimonio che rappresenta una delle leve principali della competitività regionale, capace di catalizzare e promuovere nuove conoscenze ed innovazioni e migliorare il benessere socio-economico della collettività, non vada disperso per via di un esodo che impoverisce i territori lucani, privandoli delle loro risorse migliori a vantaggio di regioni capaci di esercitare una maggiore forza di attrazione.”
Estratto dalla Relazione programmatica del presidente Vito De Filippo
Le Guide Ufficiali del Parco Nazionale del Pollino sono LIBERI PROFESSIONISTI e non dipendenti dell’Ente Parco.
Le guide sono l’interfaccia tra il territorio e i turisti che accompagnano lungo i meravigliosi sentieri montani, i borghi più belli d’Italia, i fiumi, le foreste e i prati del Pollino e della Basilicata.
L’attività delle guide si concentra soprattutto in un arco di tempo che va da Aprile fino a Novembre, prevalentemente nei fine settimana. Considerando le 100 giornate utili, fate i conti di quanto dovrebbe costare al turista una visita guidata al giorno, per garantire ad una guida un reddito annuo “dignitoso”. Alle tariffe di mercato, come può una guida seriamente pensare, di costruire il suo futuro nel Pollino e in Basilicata?
Nessuna politica di sostegno, stabilizzazione e qualificazione della professione della Guida è stata mai sostenuta da questa amministrazione del Parco e dalle precedenti. Ogni nostra energia spesa nel migliorare le nostre condizioni di lavoro, la fruibilità del Parco e la tutela dell’ambiente è assolutamente frustrata.
Ritengo che sia assolutamente vergognoso che le istituzioni non si preoccupino del rischio che questo territorio restino senza Guide Ufficiali. Anche la formazione di nuove guide è del tutto inutile se le prospettive professionali restano tali.
Il futuro turistico del Pollino è in sviluppo, ma sopratutto grazie alla professionalità di diversi Operatori Turistici. Abbiamo un turismo sempre più esigente di servizi di qualità.
Il Pollino senza le guide non può offrire servizi di qualità, guide in lingua, informazioni aggiornate, documentazione, programmi, animazione culturale e turistica, nuovi itinerari studiati, curati, verificati e segnati su mappa e sul terreno a beneficio di turisti e agenzie turistiche.
Non si possono esaltare le potenzialità del territorio, a beneficio di tutti, se non viene avviata una seria politica di mobilitazione delle Guide Ufficiali del Parco.
Le Amministrazioni Locali, si perdono dietro la banale richiesta di contributi per questa o quella sagra, mentre invece dovrebbero chiedere all’Ente Parco di mettere a loro disposizione una guida per realizzare progetti di recupero di sentieri e per la realizzazione di itinerari turistici.
Il nostro lavoro di studio, monitoraggio e valorizzazione del territorio allo stato attuale è a costo zero per l’Ente e il territorio che rappresenta.
Qual è la motivazione di questa assurda, incomprensibile ed autolesionista esclusione delle Guide Ufficiali del Parco dalla gestione del territorio?
Qual è la ragione di questo assurdo silenzio e disimpegno della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e Matera, dell’Azienda di Promozione Turistica Basilicata nelle politiche di sviluppo del pollino che di riflesso coinvolge tutta l’Area Sud della nostra regione?
A fronte di un territorio bello e delicato, che andrebbe curato come un giardino (per questo si parla di Parco e non di riserva) in balia di vandali e visitatori incivili, senza nessuna custodia, le Guide Ufficiali del Parco dovrebbero essere coinvolte in processi di monitoraggio e vigilanza, coinvolgendo anche l’associazionismo locale. Infatti mentre l’ultimo Pino Loricato è stato incendiato, quante Guide erano a casa senza lavoro? Quanti volontari si sarebbero potuti coinvolgere e quanti ex LSU avremmo potuto dislocare in attività di vigilanza con il coordinamento professionale e competente delle Guide Ufficiali del Parco?
GUIDE DEL UFFICIALI DEL PARCO E INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE AMBIENTALE.
Negli altri Parchi le guide sono strettamente coinvolte in progetti di ricerca, manutenzione, informazione e cura del territorio, per cui non mi meraviglio se per i turisti noi siamo un tutt’uno con il Parco stesso. Le guide sono oggetto di informazione e aggiornamento. Il flusso di informazioni tra l’Ente Parco e le Guide è pressocchè ZERO.
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