La nostra acqua non si beve senza tutela dei lavoratori e dell?ambiente
Il vero petrolio della Basilicata è l'acqua. Partendo da questo "dogma", facciamo alcune riflessioni. L'acqua in Basilicata è stata gestita nel peggiore dei modi. Interi territori dove un tempo fioriva l'agricoltura sono state allagate da colossali dighe. Ciò nonostante l'acqua sembra che non basti mai. La siccità del 2002 fortunatamente è stata superata grazie ad una estate straordinariamente piovosa, che però ha provocato danni di altro tipo grazie alla pessima gestione de letti fluviali.
Nessuna pianificazione è stata mai attuata al fine di realizzare un giusto rapporto tra riserve idriche e consumi. Puntualmente si è arrivati a fine estate con dotazione di acqua insufficiente a soddisfare le distese agricole assetate di Puglia e Basilicata. L'acqua è stata svenduta per poche lire, sventrando valli e montagne con sistemi di distribuzione che fanno acqua dappertutto, è proprio il caso di dirlo. La gestione affidata ad Enti che, come al solito sono occupati da persone espressione delle solite forze politiche, che si sono dimostrati incapaci di pianificare decentemente la somministrazione dell?acqua e la manutenzione dei sistemi irrigui e potabili.
Uno dei sintomi di questa gestione azzardata e superficiale di una risorsa dall?altissimo valore ecologico ed economico è l'indebitamento dell'Ente di Irrigazione che ha lasciato sul lastrico 200 famiglie di lavoratori, che continuano a lavorare senza stipendio, per non perdere il posto di lavoro e per la mancanza di concrete alternative. In mano a questi operai senza stipendio cè il funzionamento delle dighe Pertusillo, Monte Cotugno, Camastra, Aderenza, Genzano e Basentello. La loro condizione è una vera vergogna nazionale, che passa quasi inosservata sui media locali. È incredibile che la gestione delle dighe al momento sia, di fatto, in mano al "volontariato". Nessun piano di investimento dei proventi derivati dalla vendita dell'acqua è stato destinato al recupero ambientale e alla realizzazione di rimboschimenti che a lungo termine garantiscono la "produzione" di acqua.
Scarsi o nulli gli interventi destinati al risanamento e alla prevenzione di fenomeni di inquinamento del prezioso liquido. Ovunque discariche e scarichi di liquidi inquinanti sporcano in tutta tranquillità i nostri corsi di acqua arricchendo di minerali preziosi e batteri le acque poi destinate al consumo umano diretto e indiretto e infine al mare delle nostre tanto decantate coste marine. Proprio di recente durante un mio viaggio a Matera ho documentato un piccolo corso d'acqua, nei pressi di Ferrandina, dalle acque completamente nere che placidamente scorreva nelle campagne, fino al nostro caro e tranquillo Basento.