Sembra una questione dimenticata. Di conseguenza è importante tenerla ancora in vita.
Il fallimento del funzionamento dei Centri Visite del Parco Nazionale del Pollino è dovuto ai seguenti motivi principali:
1. istallazioni inadeguate a rappresentare le emergenze culturali e naturalistiche del territorio
2. l'affidamento a personale non competente in temi culturali, naturalistici
3. l'abbandono delle strutture a se stesse senza interventi di carattere strutturale o contenutistico
4. istallazioni obsolete rispetto alle tecnologie attualmente disponibili
5. genericità dei temi trattati a dispetto delle unicità territoriali: lupo, pino loricato, capriolo, foreste, fiume, lontra, archeologia, paleontologia, musica e artigianato.
Il parco ha quindi rinunciato a farli funzionare chiudendoli. Ha quindi buttato il bambino insieme all'acqua sporca. Ha preferito investire sull'ecomuseo di Rotonda e sulla "cosa" di Campotenese, lasciando di fatto il territorio sguarnito di strutture di accoglienza per turisti e scolaresche concentrando l'attenzione lungo l'asse Rotonda-Campotense
La mia denuncia a seguito dell'estrema delusione sulla truffa avvenuta a carico della collettività e dello sviluppo non è stato raccolta da nessun politico e amministratore attualmente in carica o in caric allora.
Riporto integralmente qui di seguito quanto denunciato nel lontano 2006 anche per mezzo stampa
Il Bluff dei Centri Visita
Senza essere esperti di Scienza delle Comunicazioni, credo non sia
difficile per tutti noi capire a cosa dovrebbe servire o cosa ci
aspetteremmo di trovare dentro un Centro Visita o un Punto Informativo
di un Parco. Io mi aspetterei di trovare informazioni generali sul Parco
e su tutto quanto è possibile vedere e visitare nel territorio e nelle
sue immediate vicinanze.
A Sanseverino Lucano,
appena entrati si possono vedere tre cose molto interessanti: 1) un
plastico rappresentante un antico opificio ad acqua, sul modello di
quello da poco restaurato a Mezzana; 2) un pannello che tratta del
Brigantaggio; 3) un pannello dedicato alla festa della Madonna di
Pollino.
Se si fa eccezione dell’impreciso e brutto plastico
rappresentante il territorio del Parco, con questi tre elementi termina
tutto ciò che riguarda il territorio di San Severino Lucano. Proseguendo
la visita potrete, ad esempio, farvi un’idea di quanto possa essere
vasto il territorio abitato da una Farfalla, che vive in quasi tutta
l’Europa, tranne che nell’Italia del Sud. Proprio così, questa farfalla
non vive neanche nel Parco Nazionale del Pollino. Ma con tutti gli
insetti che abbiamo non si poteva scegliere, ad esempio, una bella e
gigantesca Saturnia piry o una bella Papilio macao, così comuni nelle
nostre campagne che avrebbero lasciato a bocca aperta il più smaliziato
dei visitatori?
Continuando la visita, sembra che il tema
portante del Centro Visite sia la Geologia: così potrete farvi una bella
idea della storia della Terra dalla sua formazione ad oggi, con un bel
campionario di rocce e di fossili. Se andiamo a vedere le rocce una per
una, due sono dell’area tirrenica del Parco, in località che distano
centinaia di km da San Severino e le altre vengono da tutto il mondo,
compreso i due fossili di origine Nord Europea. Un fossile è un calco
del famoso “Archeopterix”, l’anello di congiunzione evolutivo tra gli
uccelli e i rettili. Se volete vedere “dal vivo” una sola delle cose
contenute in questo “museo” tornate a casa e preparate le valige e
partite per la Germania. Peccato, perché nel centro visite avreste
potuto e dovuto trovare, sempre geologicamente parlando, materiali e
informazioni su dove vedere: i “Pillows Lava” di Timpa delle Murge, le
Ofioliti del Frido, Le Rudiste di Colle Impiso, L’elefante di Rotonda,
La Lignite del Mercure, il Pesce Vela di Latronico, i banchi di argilla a
molluschi di Viggianello, la curiosa bolla di lava di Monte Pelato.
Magari avreste prolungato la vostra vacanza di qualche giorno
“inseguendo” fossili. Ma la cosa più terribile e che non ci sia un solo
pannello dedicato alla importantissima popolazione di Lontra del Fiume
Peschiera, alle specie arboree comuni e rare del Bosco Magnano. Mentre
nonostante gli interessi antropologici, nazionali ed internazionali,
della Festa della Madonna del Pollino, questa sia relegata in un unico
pannello quasi sottoforma di banale funzione decorativa. L’impressione è
che qualcuno ci abbia rifilato una patacca, in cambio di svariati
milioni (lire o euro fate voi), svendendoci allestimenti già pronti, per
un Aula didattica da realizzare in Germania o in Polonia, tante è vera
la loro “universalità”. Se ci spostiamo al Punto Informativo di
Viggianello le cose non cambiano. I pannelli ci parlano di Carsismo,
senza citare il bello esempio a pochi km in territorio nello stesso
comune, di Piano Ruggio e della Sorgente del Mercure. Oppure si
espongono in modo esemplare le formazioni rocciose dell’area orientale
del Parco, da far pensare che forse questi pannelli avrebbero dovuto
essere esposti a Civita o San Lorenzo Bellizzi. E poi per un errore del
“Pony Express” sono giunti qui. La chicca più bella è il pannello sulle
“Erosioni eoliche”: le più evidenti e “vicine” in Italia che potreste
visitare sono in Tunisia. Non dimenticate poi di leggere il pannello che
spiega i segni che le ultime glaciazioni hanno lasciato sul Pollino:
tutti i toponimi sono in Inglese! Mi chiedo se sia lecito fare una
fotocopia di una immagine da un libro in dotazione agli studenti delle
Facoltà di Geologia, plastificarla e venderla all’Ente Parco come nuova!
Fermiamoci
qua, tanto in generale, tutti i Centro Visita del Parco, sono
all’insegna del vuoto spinto, compreso quello di Civita realizzato
ex-novo a forma di castello Medioevale che rappresenta un’autentica
aberrazione architettonica in un villaggio che medioevale non è mai
stato.
In poche parole io chiedere indietro i soldi.
I
Punti Parco dovrebbero essere affidati a Guide, Educatori ambientali,
Cooperative, società che si avvalgono di quel capitale umano tanto caro
al Presidente della Regione, capaci di dare informazioni e offrire
servizi per il soggiorno nel Parco: prenotare un albergo, gite
organizzate, souvenir, editoria, animazione culturale, ecc. ecc. Date
una stanza vuota a chi è competente e provvederà a realizzare
istallazioni che possano essere interessanti per i turisti. Invece il
Pollino si distingue dal resto del mondo anche per questo: provate a
chiedere al Punto informativo del Parco di Aieta da dove parte il
sentiero per raggiungere a piedi Tortora, provate a chiedere al Punto
informativo di Laino Borgo una carta dei sentieri della Valle del Lao,
provate a chiedere a quello di Mormanno se è aperto il Rifugio Colle
Ruggio, provate a chiedere a quello di Laino Castello se le guide
Ufficiali del Parco organizzano visite guidate, provate a quello di
Rotonda a chiedere dove bisogna andare per vedere da vicino un Lupo,
provate a chiedere a Frascineto quante aquile ci sono sul Pollino
,provate a Francavilla sul Sinno dove si possono osservare gli aironi e
la lontra, provate a chiedere se, a causa del carbonchio, c’erano rischi
per gli escursionisti, provate, provate…
Non c’è turista che si lamenti di questi disservizi, ma sembra che questo non riguardi assolutamente le alte sfere dell’Ente.
Le
cause di questo disservizio sono da imputare al fatto che si
considerano questi spazi interessanti solo nel momento della loro
realizzazione (appalti) e successivamente come spazi dove parcheggiare a
turno LSU, VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE, PROLOCO, ASSOCIAZIONI VARIE.