La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento territoriale di Associazioni, Movimenti, Comitati e Cittadini – dichiara la propria insoddisfazione per la nomina di Domenico Pappaterra a Commissario del Parco Nazionale del Pollino. Visti i risultati, non c’è più alcun dubbio che il Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nominando un esponente locale e non invece personalità esterne dotate di professionalità e capacità in campo della conservazione della natura– in questa occasione - ha ceduto alle pressioni e al ricatto delle Regioni, che ora dovranno esprimere, come pura formalità, il loro parere di rito. Ancora una volta si è operato nel segno della continuità con la disastrosa gestione Fino e giammai per l’auspicata discontinuità con il passato. Oltre a dare adito ad una “nuova” cattiva gestione del nuovo Ente, che nasce come frutto dei compromessi localistici a discapito delle comunità locali e dell’ambiente, tale vicenda evidenzia responsabilità che possono essere imputate alle rappresentanze istituzionali del partito dei Verdi nelle Regioni Basilicata e Calabria che sanciscono così il loro definitivo allontanamento dalle istanze provenienti dal territorio, dalle associazioni, dai movimenti e dai comitati, rimarcando così, assieme alla deriva del parco, anche il loro stato di solitudine. Ci dispiace constatare come l’appello portato avanti nei mesi scorsi dalle associazioni per mezzo della OLA sia diventato solo un pretesto per un cambio di poltrone che non garantirà per il Parco Nazionale del Pollino l’auspicato salto di qualità. L’attuale nomina non tiene infatti conto della condotta del neo-commissario durante la sua permanenza nelle passate gestioni dell’Ente ed in quanto assessore alla Regione Calabria distintosi, così come viene sottolineato sulla stampa locale, “per aver sostenuto l’ex presidente del Parco del Pollino Fino, per non aver mai assunto posizioni contrarie o critiche rispetto alla realizzazione dell’elettrodotto Laino-Rizziconi, sulla Centrale del Mercure, sul punto vendita al Santuario della Madonna delle Armi, sull’assurda riperimetrazione disegnata senza competenza che vorrebbe escludere aree di pregio come la Valle del Lao e quella del Mercure per consentire l’insediamento di impianti eolici, discariche, cave, centrali e cemento, solo per citare alcuni degli esempi”.
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