venerdì 30 novembre 2007

Replica della OLA al Presidente della Comunità del Parco del Pollino

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento territoriale di Associazioni, Movimenti Comitati e cittadini - replica alle affermazioni "deliranti" del Presidente della Comunità del Parco Nazionale del Pollino, Sandro Berardone, in merito alla presa di posizione contro quello che egli definisce "ambientalismo demagogico"

lunedì 26 novembre 2007

OLA: La gestione del Parco del Pollino tuteli gli ambienti naturali!

In occasione del Convegno organizzato dall’Università di Camerino il prossimo 27 novembre sulla “Gestione delle Aree Protette” nel quale prenderà parte in qualità di relatore il presidente del parco Nazionale del Pollino Domenico Pappaterra, la OLA, Organizzazione Lucana Ambientalista, e il Gruppo Interregione del Pollino di Italia Nostra fanno monito sull’esigenza che la gestione del parco nazionale del Pollino sia improntata davvero sulla tutela degli habitat naturali. Infatti oggi gli habitat naturali del parco sono a rischio a causa di una malintesa programmazione e di progetti incompatibili. Ad iniziare dall’ ipotesi di riperimetrazione approvata dalla Comunità del Parco ed ora al vaglio del Ministero dell’Ambiente, che intenderebbe escludere dall’area protetta habitat prioritari per la fauna selvatica e quelli di interesse vegetazionale e geologico, come alcune porzioni delle la Valli del Mercure-Lao, di grande importanza per la fauna selvatica quali gli areali del nucleo autoc tono italiano di capriolo, la lontra, il lupo, l’aquila reale, solo per citare alcune specie. Nelle stessa zona sono in atto progetti per la realizzazione di strade di grande impatto ambientale, come la Scalea-Mormanno e la svendita e/o privatizzazione da parte dei comuni a vantaggio di società private del nord della gestione del patrimonio forestale del parco. Tagli forestali in SIC, ZPS e zone 1 vengono intanto autorizzati dalle Regioni Basilicata con Piani di Assestamento Economico Forestali. I tagli forestali sono finalizzati a reperire in loco ingenti quantità di “cippato vergine” per alimentare la Centrale ENEL del Mercure (40 MW con un fabbisogno di 450mila tonnellate all’anno di cippato vergine. La centrale del Mercure dovrà tra l’altro prelevare acqua dal bacino del Mercure-Lao, habitat prioritario per la lontra, per poi scaricarvi le sue stesse acque industriali a monte di un SIC fluviale. Altre centrali a biomassa sono previste in Basilicata (Teana) ed in Calabria. E’ a rischio in questo modo la biodiversità forestale, fattore cruciale per la conservazione della fauna selvatica e per il mantenimento del delicato equilibrio idrogeologico del parco. Tutto ciò avviene – ribadiscono la OLA ed il Gruppo Interregionale di Italia Nostra del Pollino – in assenza di un inventario forestale del parco, di azioni da parte del parco di equo indennizzo per mancato taglio boschivo , del Piano del Parco (non ancora adottato a distanza di 14 anni dall’istituzione) ed in assenza del potenziamento della sorveglianza del Corpo Forestale dello Stato capace di contrastare gli incendiari (ricordiamo gli episodi in gran parte dolosi come quello dei pini loricati e delle migliaia di ettari di boschi andati in fumo quest’anno e su cui troppo presto si sono spenti i riflettori senza alc una dimissione o presa di responsabilità tra le istituzioni pagate per la protezione della natura)e il bracconaggio contro specie protette (ricordiamo di recente l'uccisione di un capriolo autocotono nei pressi di Morano -CS) che ha ripreso vigore proprio dopo l’annuncio della caccia selettiva al cinghiale da parte di cosiddetti “selecontrollori” selezionati da gruppi di cacciatori locali dalle Province con l’assenso del parco. Affinché il Parco del Pollino ed i parchi italiani ritornino davvero a svolgere il ruolo affidati dalla legge 394/91 per la prioritaria conservazione degli habitat naturali, servono politiche capaci di riequilibrare la distorsione volutamente ingenerata di considerare i “parchi produttivi”, espediente per surclassare e svilire la normative di protezione della natura in Italia oggi by-passate dai pronunciamenti di Valutazione Ambientale e Valutazione d’Incidenza degli uffici regionali competenti, nonostante il loro preminente interesse nazionale.

domenica 25 novembre 2007

Italia Nostra: Incendi, l'amaro giudizio della Corte dei Conti inCalabria

Avevo ragione in un mio precedente intervento a dire: NESSUNO SI DIMETTE!?

Segue la lettera di Italia Nostra

Italia Nostra -Gruppo Interregionale del Parco Nazionale del Pollino interviene in merito ai gravi giudizi espressi dalla Corte dei Conti sul mancato contrasto agli incendi ed al caos legislativo e duplicazione di strutture e uffici in Calabria. E’ allarmante dover constatare come la Corte dei Conti (fonte: http://www.nuovacosenza.com/cs/07/novembre/cortedeiconti.html.) giudichi che vi sia stata “scarsa attenzione alla prevenzione, disarticolazione normativa, appalti poco chiari, mancato trasferimento delle deleghe agli enti locali, sprechi nella gestione delle risorse economiche”. Dalla relazione del magistrato Quirino Lorelli – continua Italia Nostra, Gruppo Interregionale del Pollino - che ha preso in esame l'andamento degli ultimi anni si rileva come nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 2 settembre 2007 emerga un quadro di connivenze colpevoli che hanno portato ad un aumento del 70% sul numero degli incendi, del 270% per la superficie totale percorsa dalle fiamme, oltre a un aumento del 350% dei boschi colpiti dai roghi e del 210% delle aree non boscate. Dati drammatici, che evidenziano, secondo il magistrato, una serie di disarticolazioni negli interventi degli enti preposti e probabilmente ne sarebbero le dirette conseguenze. La legislazione regionale "non prevede una unitaria disciplina del fenomeno", dal momento che "il quadro caotico della legislazione calabrese ma anche lucana in materia di prevenzione e repressione degli incendi, e' intrecciato con quello in materia di protezione civile, dando luogo ad una inutile duplicazione di strutture, uffici, burocrazie, con conseguente aggravio per le finanze regionali". La spesa sostenuta dalla Regione Calabria,e' definita dalla magistratura contabile come "caratterizzata per una ridotta attenzione alle attivita' di prevenzione degli incendi, rimanendo incentrata verso il mantenimento dei posti di lavoro degli operai idraulico forestali o al finanziamento delle attivita' dei consorzi di bonifica". La lente di ingrandimento della Corte dei Conti e' finita anche sulle campagne pubblicitarie antincendio, per le quali la magistratura contabile "deve richiamare la Giunta regionale calabrese - ha affermato il relatore - ad un'opera indispensabile di chiarificazione di queste voci di spesa". Infatti, e' stato richiamato "un uso indiscriminato e incontrollato dell'acquisizione di servizi senza alcuna procedura di evidenza pubblica". Allarmante la situazione delle procedure di gara per il servizio di spegnimento aereo, utilizzate sia nel 2002 che nel 2005, che presentano, secondo Lorelli, "diversi margini oscuri relativamente alla correttezza e regolarita', nonche' alla loro rispondenza ai dettami della normativa nazionale e comunitaria". La Corte dei Conti ha sottolineato infine come "l'innalzamento della spesa destinata solo alle attivita' di spegnimento, non abbia garantito risultati migliori". Necessita infine rivedere, secondo la magistratura contabile, l'utilizzazione delle risorse umane, con una serie di provvedimenti che dovrebbero riguardare soprattutto gli operai idraulico forestali, mentre per i vigili del fuoco e, soprattutto, per il Corpo forestale e' stato affermato che "la competenza e la professionalita' acquisita risulta compromessa dalla ingiustificata riduzione delle dotazioni infrastrutturali e di uomini" che nel parchi nazionali calabresi e lucani sono stati ridotti anche in mezzi con la conseguenza di non per garantire il servizio 24 ore su 24. Infine la magistratura contabile calabrese rileva “ombre sulle gare del servizio aereo”. "Margini oscuri" sulla correttezza e la regolarita' di due gare di appalto per l'aggiudicazione nel 2002 e nel 2005, dei servizi di spegnimento aereo degli incendi boschivi in Calabria. Gara questa vinta dalla Eli-Fly. In conclusione INGP (Italia Nostra Gruppo Pollino) invita l'amministrazione del Parco del Pollino e la Regione Calabria a riflettere su questi dati allarmanti della Corte dei Conti che non hanno al momento causato però alcuna dimissione tra i responsabili del settore anche se riguardano un fenomeno, quello degli incendi, che sta rischiando di compromettere definitivamente la sopravvivenza dell'area protetta più grande e vessata del Mediterraneo. Problema che dovrebbe essere tenuto in conto molto più seriamente della riperimetrazione con finalità di sfruttamento del territorio per i quali sono subito pronte delle commissioni nominate ad hoc tra i sindaci, della costruzione di infrastrutture invasive o di iniziative puramente pubblicitarie quali quella del "paniere del Parco" presentato nelle ultime ore con tanti bei prodotti alimentari tipici di un parco che sta diventando però sempre più una sigla, un nome e non una vera area naturale tutelata fattivamente dagli enti pagati per questo col denaro dei contribuenti